IL MESTIERE DEL TRADUTTORE

L’ultimo articolo del nostro blog “MACCHINA VS UOMO” si concludeva con una sintesi dei motivi per cui, sotto svariati punti di vista, il traduttore “umano” non possa in moltissimi casi essere sostituito da un traduttore “automatico”. Tra questi motivi troviamo, in particolare, il fatto che quest’ultimo si limiti, ad esempio, a svolgere un mero lavoro di trascrizione di parole da una lingua ad un’altra, non tenga conto del contesto all’interno del quale si trova una data parola e, in particolar modo, non contempli minimamente il rapporto tra cliente e professionista, né tantomeno una possibile e talvolta necessaria interazione tra traduttore e redattore del testo sorgente da tradurre.

Stabilito e assodato quanto sopra, restano ora da passare in rassegna le peculiarità e le caratteristiche che un traduttore professionista deve possedere al fine di essere reputato tale.

Direi di cominciare sfatando alcuni “miti e leggende” intorno alla figura del traduttore e, a tal fine, parto dalla risposta a una delle più tipiche domande.

Conosco alla perfezione una seconda lingua, basta per diventare traduttore?

Vorrei che la risposta a questa domanda arrivasse da voi, cari lettori, al termine di queste brevi righe in cui vi presenterò generalmente la figura del traduttore professionista.

Il traduttore, oltre a conoscere perfettamente la propria lingua madre verso la quale traduce e la lingua di partenza dalla quale deve tradurre, deve anche essere a conoscenza degli strumenti di ricerca che gli permetteranno di uscire da ogni impasse quando si troverà ad affrontare, come spesso accade, argomenti che non solo non conosce, ma di cui forse non conosceva nemmeno l’esistenza fino alla richiesta da parte del cliente.

Per cui, punto primo, sfatiamo il mito per cui il traduttore passa le sue giornate immerso in montagne di libri sfogliando dizionari cartacei; il tempo di “penna e calamaio” è passato anche per lui. Oggi il traduttore, in particolare il traduttore di testi tecnici, si districa tra una tesi di laurea specialistica e un forum dedicato, consulta esperti del settore e non si ferma davanti a formule chimiche o a nuove scoperte fantascientifiche su cui non è ancora stato scritto nulla, se non il testo che ha davanti ai suoi occhi. Il testo da tradurre non sarà mai solo parole da riportare da una lingua ad un’altra, ma un insieme di parole dietro cui c’è un mondo da esplorare, perché un conto è capire di cosa il testo parla e a quale elemento o parte meccanica una data parola si riferisce, un altro è individuare quel preciso termine che, analogamente al termine specifico nella lingua straniera, rende la stessa specificità nella lingua madre.

Pertanto, dovrà avere elevate capacità di ricerca e informatiche che implicano abilità e conoscenze che vanno ben oltre la conoscenza linguistica. Non solo ricerche in Internet svolte in modo corretto (ricerche tra virgolette, senza virgolette, con inserimento di asterisco, e via dicendo), ma anche abilità con pacchetto office e programmi grafici (moltissime volte i clienti richiedono di mantenere il layout di un testo, con conseguente inserimento di immagini, grafici, tabelle, formule), nonché capacità di self-learning (spesso, il traduttore deve far fronte alla necessità di utilizzare software di traduzione assistita che gli permettano di creare una memoria e un glossario e di cui nessuno, se non webinar e forum di altri traduttori, illustrerà il funzionamento) e di problem solving (oltre, tradurre al meglio, anche termini introvabili, dovrà trovare il modo di gestire clienti, preventivi, pagamenti e così via, rispettando scadenze perlopiù strettissime!).

“- Per quando le servirebbe la traduzione?

– Per ieri!”

Questa affermazione rende chiaramente il tipo di scadenze entro le quali sono soliti lavorare i traduttori, considerato inoltre che la puntualità nelle consegne è uno dei must da rispettare se non si vuole perdere il cliente alla velocità della luce. Come se non bastasse, oltre a richieste di questo tipo, sono solite frasi del tipo: “ma oggi è venerdì, questo testo mi serve lunedì, c’è tutto il weekend in mezzo, com’è possibile che non me lo possa tradurre?

Non si sa bene il perché, sempre nell’immaginario collettivo, il traduttore è un disperato disposto ad accettare qualunque lavoro a qualunque condizione, perché pur sempre di lavoro si tratta. D’accordo che lavorando per la maggiore come freelance in regime di partita IVA, il lavoro non paga mai abbastanza; ma anche i traduttori sono essere umani con una vita sociale e non c’è da stupirsi se considerino il weekend come un momento per staccare, metaforicamente e non, la spina e prendere una boccata d’aria fresca.

In conclusione, le qualità che deve presentare un traduttore professionista non sono poche, senza considerare poi che questo lavoro, come tanti altri, deve piacere. Bisogna essere pronti a passare ogni singola giornata della propria vita davanti a uno o più schermi, soffermandosi su ogni singola parola o concetto, facendo ricerche, rispettando scadenze ed essendo estremamente puntigliosi, sia a livello di contenuto sia a livello di forma.

Dunque, alla luce di quanto sopra, siete ancora convinti che per essere un buon traduttore e per fare della traduzione il mestiere di una vita basti conoscere una lingua straniera?